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giovedì 9 gennaio 2014

IL CAPITALE UMANO di Paolo Virzì


Paolo Virzì descrive l'Italia di oggi, avvolgendola in atmosfere cupe ed usando un tocco meno leggero del solito.


Voto ***      


Virzì riadatta e trasferisce dal Connecticut ad Ornate in Brianza – paese immaginario del Nord Italia – un romanzo di Stephen Amidon ed attorno ad un avvenimento secondario - quanto simbolico e significativo - fa affiorare i tratti caratteriali dei suoi protagonisti, le loro scorrettezze, i falsi candori, le necessità vere o finte e le disperate virtù.

Dei cento colori scoppiettanti delle sue precedenti commedie il regista Livornese trattiene solamente “un po' di giallo e di nero” e confina il suo racconto in un perimetro delimitato, dentro il quale si agitano “spiriti” claustrofobici ed invisibili: ansia, competizione ed incertezze, mercati “volubili”, gli impatti inaspettati delle “maggiorazioni sballate”, rendite instabili per “posizioni” incerte.

La pellicola è divisa in tre capitoli che ogni volta ripercorrono quanto accaduto – e non soltanto – cogliendone la prospettiva dalle diverse angolazioni dei protagonisti, fino ad arrivare all'esito finale.

Più che cementare il filone dell'investigazione e del mistero viene sfruttato tutto quanto la situazione generale può offrire per osservare introspettivamente le persone dal punto di vista umano ed offrire nel contempo un quadro complessivo del Paese-Italia e delle azioni/relazioni di chi ci vive e ne disegna il frastagliato profilo: aspiranti attrici che tempo addietro hanno rinunciato alla loro occasione, “dilettanti della realtà”, finti innamorati della prosa e falsi romantici della vita, recensori annoiati e caustici della “Pre-Alpina”.

Lontano da set e luoghi amici, da vecchi vezzi ed abitudini collaudate, Virzì si abbandona scientemente ad un fruttuoso “spaesamento” e si incammina con successo verso un orizzonte stilistico differente, schierando in campo buoni e cattivi senza distinzione alcuna di casta o di classe sociale, lasciandoci osservare come la posta in gioco venga vinta o perduta nel rimescolarsi di avvenimenti concatenati e sui quali spesso non è possibile avere il controllo assoluto, alludendo al “Capitale umano” non solo come la negoziazione del valore trattato quale risarcimento dalle compagnie assicurative ma anche come il prezzo salato che puo' trovarsi a pagare un singolo ragazzo o persino una intera Nazione, sulla cui rovina altri hanno scommesso senza scrupoli.   


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