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martedì 15 aprile 2014

FATHER AND SON di Kore-eda Hirokazu












Contano più i legami di sangue o gli affetti che si cementano lentamente nella vita passata assieme?

Voto ***½     7½


Ryota (Masaharu Fukyyama) è un benestante architetto in carriera. Dedica più tempo ed attenzione al suo lavoro che non alla moglie (Machico Ono) ed al suo piccolo figlio di cinque anni Keita (Keita Ninomiya). E’ convinto che ordine e disciplina siano fondamentali e che esser gentili sia un segno di debolezza da evitare.

Forse non è portato per il “mestiere” di padre ma il suo ruolo verrà messo davvero a dura prova quando i dirigenti dell’ospedale, dove anni addietro partorì sua moglie, gli comunicheranno che - a causa dell’errore di una infermiera - il bambino che ha cresciuto non è suo figlio bensì quello di uno squattrinato commerciante di periferia che, a sua volta, ha subito la stessa sorte ed ha allevato il figlio di Ryota.

Father and son” di Hirokazu Kore-eda (titolo originale “Like father, like son: perché cambiarlo?) riflette sui legami affettivi e su quelli di sangue, domandandosi se per un figlio contino di più coloro che lo crescono oppure chi biologicamente l'ha messo al mondo, guardando anche al ruolo dei genitori quando questi si trovano a confrontarsi con difficoltà non certo comuni ed ardue a superarsi.

Vediamo contrapposte due famiglie differenti per estrazione sociale, modo di vivere e metodologie educative. L’attenzione è focalizzata soprattutto sui padri: uno è un perdigiorno che vive all’impronta le sue giornate, passa molto tempo a divertirsi con i suoi figli e sa quanto sia importante far volare un aquilone; l’altro è completamente offuscato dalle sue aspettative e assegna “missioni” al suo pargolo, cercando di formare in lui un carattere tenace attraverso lo studio del pianoforte e la ricerca dell’eccellenza.

La regia ha un tocco soave, la resa è realistica e di grande semplicità; i movimenti di macchina controllati e di grande essenzialità.

Dopo un colpo di scena in tribunale la vera rivelazione – quella che cambierà ogni cosa - arriverà per caso, osservando gli scatti di una macchina fotografica. Solo allora tutto apparirà improvvisamente chiaro: che gli affetti non possono esser imposti per natura e nemmeno “decisi” con l'ausilio della sola razionalità.

In amore, tra “sconosciuti” che decidono di unirsi per sempre (…marito e moglie…) o consanguinei obbligatoriamente apparentati per nascita l’unica direzione giusta è quella che indica il cuore: non ci è mai possibile scegliere davvero una strada ma dobbiamo far di tutto per camminare al meglio lungo quella che ci è capitata. 

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