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sabato 12 aprile 2014

GRAND BUDAPEST HOTEL di Wes Anderson














Le irresistibili vicende di un “concierge” e del suo fido aiutante, mentre il mondo e l'umanità volgono al degrado.

Voto ***      7½

In una Repubblica immaginaria (la “Zubrowka”), a cavallo tra due guerre mondiali, seguiamo le peripezie di un “concierge” (Ralph Fiennes) e del suo “protetto”, ovvero del giovanissimo aiutante Zero Moustafà (l’esordiente Toni Revolori). Anni dopo, nel 1965, lo stesso Zero (interpretato ora da F.Murray Abraham) racconterà la sua storia ad un giovane scrittore (Jude Law) che ne farà un libro, tramandando ai giorni nostri la memoria dei fatti e l’affresco di un’epoca oramai estinta.

Grand Budapest Hotel” disegna mondi “scomparsi” in punta di pastello, ricreandoli con nuove sembianze e lasciando affiorare le illusioni con grazia magistrale.

Contro la barbarie che avanza divengono indispensabili amicizia e solidarietà (memorabile la “Società delle chiavi incrociate”, una sorta di massoneria dei camerieri!); ognuno cerca il proprio rifugio romantico e sogna tutto l’amore possibile, “dalla Z alla A”!

I due protagonisti sono attorniati da un nutrito gruppo di attori importanti che, trasfigurati in maniera deliziosa, offrono la loro parte o si prestano anche soltanto per un piccolo cameo: Adrien Brody, Jeff Goldblum, Bill Murray, William Dafoe, Tilda Swinton, Edward Norton, Harvey Keitel, Mathieu Amalric, Lea Seydoux e Owen Wilson!

Lo stile di Wes Anderson è inconfondibile ed ogni cosa è confezionata con gusto, come fosse un dolce della prelibata pasticceria di “Herr Mendl”. La storia c’è ma è soprattutto una scusa per ricreare atmosfere d’altri tempi, per dare vita a situazioni stravaganti, garbate ed eleganti, per trascinare lo spettatore nel bel mezzo di inseguimenti divertenti come quelli dei disegni animati.

E’ un fiorire continuo di creatività e colpi di macchina da presa studiatissimi, di citazioni “bizarre” (dal quadro di “Ragazzo con mela” alle pittoresche squadracce Naziste in versione addolcita, riveduta e corretta). Risaltano le geometrie ed i colori saturi e, se in mezzo a tanto rosso, rosa, azzurro e viola, tra le iperboli fantastiche e l’immaginazione che piove a catinelle noterete la mancanza di un po’ di concretezza, abbiate la compiacenza di “perdonare”, perché tutto il resto funziona davvero alla perfezione!

Le storie si vivono oppure si raccontano soltanto. In molti casi si scrivono affinchè altri possano leggerle. Talvolta capita che registi dal grande talento come Wes Anderson ne ricavino il loro singolarissimo ed intrigante cinema, un qualcosa di unico ed indefinibilmente sospeso tra fumetto e pellicola d’autore.

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