Vivere
o guadagnare? La vita itinerante di Branko, tra fatica ed
alienazione.
Voto
*** 7
Il
regista Friulano Alberto Fasulo entra in contatto con il micro-cosmo
dei camionisti dopo un autostop e, colpito da questo particolare
universo lavorativo, decide di dedicarvi una pellicola.
Così
recluta l’attore Branko Završan
e fa in modo che venga addirittura assunto a tempo determinato,
presso una ditta di Trasporti di Verona. Tra approfondimenti,
indagini e materiale girato, al
termine di quattro anni di lavoro presenta la sua pellicola al
Festival Internazionale del Film di Roma, vincendo il Marco Aurelio
d’Oro.
Chi
è il protagonista di “Tir”?
Un uomo in perpetuo movimento lungo strade asfaltate e distaccato
dalla comune realtà quotidiana, alienato in un mondo solitario
e distante migliaia di kilometri ogni volta che la famiglia ha
bisogno di lui. Durante una conversazione le parole di sua moglie –
lontana, all’altro capo del telefono – suscitano in lui un
leggero sentimento di gelosia, che però cede immediatamente il
passo alla stanchezza: tempo e fatica sono sovrani tiranni!
Il
camion è una residenza itinerante, un surrogato viaggiante di
abitazione; l’abitacolo del mezzo supplisce alla mancanza di un
letto ma non alla sua accoglienza ed il sonno, consumato in giacigli
di fortuna, difficilmente ristora davvero.
L’obiettivo
di Fasulo è costantemente su
Završan e quando stacca è per triangolare
immagini con gli specchietti
retrovisori, scrutando ai lati delle strade o dietro le vetrine
delle stazioni di servizio.
Molte
le giornate condensate in meno di un’ora e mezzo di film: trafelati
“(in)seguiamo”
sullo schermo tutto quanto accade ed a mano a mano ci sfianchiamo
anche noi osservando Branko caricare le merci, attendere le
istruzioni e spostarsi sul suo mezzo da una città all’altra.
Ad
ogni fotogramma che passa si incrina un po’ di più anche la nostra
resistenza: ci sentiamo sfibrati per riflesso, probabilmente oppressi
da una metafora della vita che in qualche misura cominciamo a
figurarci come assimilabile alla nostra. Riconosciamo
la similitudine dello stress ed alcuni ritmi pressanti ci risultano
improvvisamente familiari.
Del
film ci sfiora molto da vicino quel bivio dell’esistenza dove si è
costretti a scegliere (qualora questo sia possibile!) se sia meglio
vivere
o guadagnare. Constatiamo
dunque che il teorema di fondo ci riguarda ed a malincuore
realizziamo che, pur essendo differenti e forse meno esposti alle
intemperie della vita, non ne siamo poi così distanti, né del tutto
al riparo.
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