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lunedì 10 marzo 2014

PULCE NON C'E' di Giuseppe Bonito











Un fulmine a ciel sereno turba 
una già precaria tranquillità familiare.

Voto ***         7


Margherita (Ludovica Falda) ha nove anni, ascolta il tango e va pazza per il tamarindo. Ride, ma non sai mai se è felice, piange, ma non sapresti dire se è triste. Ha molto da dire ma nessuno vuole o riesce ad ascoltarla davvero, così i suoi sentimenti ed i suoi desideri rimangono custoditi dentro uno scrigno inaccessibile, nel quale ogni tanto si apre una breccia per potervi sbirciare dentro. Per la sua famiglia è “Pulce” e nemmeno una patologia problematica come l’autismo riesce ad inquinare la felicità del tempo passato assieme a lei. Ma un giorno la piccola Margherita viene sottratta ai suoi cari, in seguito ad una accusa grave ed infamante.

Pulce non c'è”: dal libro omonimo ed autobiografico di Gaia Rayneri - qui collaboratrice alla sceneggiatura di Monica Zapelli - che nella vita ha vissuto davvero il dramma dell'allontanamento familiare della sorella più piccola per un periodo di nove mesi, trovandosi suo malgrado a dover affrontare drammatiche incertezze.

Il regista Giuseppe Bonito – premiato al suo esordio con il secondo posto di categoria ai Nastri d’Argento 2013 e vincitore dell’ultima rassegna “Bimbi Belli”, organizzata da Nanni Moretti - racconta la vicenda di Margherita attraverso lo sguardo della scrittrice, che nel film diventa quello della sorella adolescente Giovanna (Francesca Di Benedetto, molto brava).

Oltre che di buoni sentimenti e commozione la sua pellicola si nutre anche di sensazioni angosciose e di una tensione narrativa derivante dai molti dubbi privi di una risposta. Tutte le laceranti preoccupazioni ed i torbidi stati d’animo si raccolgono sul viso accigliato e nerissimo di Pippo Del Bono (nel ruolo di Gualtiero, il padre di “Pulce”).

La pellicola di Bonito pone l’accento – senza calcare la mano – sull’inadeguatezza delle istituzioni, sulla solerzia cieca ed il poco tatto degli addetti ai lavori (insegnanti, medici, assistenti sociali), suggerendo come sia facile scivolare nell’abuso partendo dal presupposto di evitarlo.

Pulce non c’è” si compone di piccoli dettagli che colgono nel segno divenendo emozioni e smussa le sue imperfezioni con la forza della sincerità. Si avverte l'interesse per la storia raccontata, puntellata ad ogni passo da una delicatezza che viene dalla "vicinanza".


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