Costretti in un convoglio rigidamente separato per classi sociali, i sopravvissuti del mondo girano attorno al pianeta.
Voto **½ 7
Una
nuova era glaciale ha reso la terra inabitabile.
Calore, cibo ed acqua si possono trovare soltanto sull’ “arca
sferragliante” del ricco costruttore di treni Wilford (Ed Harris).
Si tratta di un treno che, per produrre il necessario alla
sopravvivenza, corre da diciassette anni senza sosta, lungo un
binario circolare che si estende per 438.000 kilometri: giusto un
anno il tempo necessario a percorrere l’intera distanza e celebrare
il capodanno passando sul ponte di Yekaterina!
A
bordo l’ordine è stabilito, tutti hanno la propria posizione ed il
proprio ruolo ed il caos non è tollerabile: così è!
In fondo al convoglio c’è l’ultima classe, dei sudici e dei
reietti, che vengono nutriti con immonde barrette proteiche
gelatinose. Il
ministro Mason (una fantastica ed irriconoscibile Tilda Swinton)
porta ai “diseredati del pianeta” notizie ed ordini dalla “sacra
locomotiva” ma presto Curtis (Chris Evans) guiderà la rivolta, per
“risalire il mondo dai piedi fino alla testa”.
Una
“strip” francese scoperta in una fumetteria di Seul - “La
Transperceneige” di Jean Marc-Rochette e Benjamin Legrand, - ha
ispirato Bong Joon-ho per il suo “Snowpiercer”. Il regista
coreano trasforma in immagini la visione di un
“microcosmo viaggiante su rotaia”, un ecosistema chiuso e
bisognoso ad ogni costo di mantenere il suo precario equilibrio (vi
ricorda qualcosa?),
del quale ci mostra in sequenza l’interno/(inferno…) di ogni
vagone, facendoci scoprire un po’ alla volta piccoli gironi
Danteschi e – confinati all’interno delle carrozze - fascinosi
ambienti di un pianeta quasi estinto.
Seguono
folate
d’azione
(lotte a colpi d’ascia, sanguinolente colluttazioni corpo a corpo)
miste
ad un cocktail di sarcasmo, crudeltà e toni grotteschi.
Dai
finestrini scorgiamo bianchi paesaggi post-apocalittici mentre
all’interno del convoglio va in scena molto del campionario degli
orrori della sopraffazione e dei meschini abusi del potere, con
metaforiche allusioni alla rivoluzione del popolo ed il corredo di
tutte le cocenti disillusioni al riguardo.
“Snowpiercer”
è una lunga e veloce carrellata tra le follie e le disuguaglianze
del mondo: Bong Joon-ho coniuga assieme eccessi e fantasia con bravura, in una pellicola ricca di azione e spunti interessanti, passando in rassegna alcuni pregi e difetti dell'umanità come la vacuità e l'ambigua natura di molti, il raro coraggio disinteressato di pochi altri.
Nessun commento:
Posta un commento