Laureati
“alla canna del gas” si trasformano in un “gruppo di
compravendita di sostanze psicotrope”.
Voto:
**½ 7
Nell’Italia dei “cervelli in fuga” c’è ancora chi decide di rimanere anche se dedicandosi ad attività non proprio consuete ed ai margini della legalità.
Sette
capaci
laureati - con le ambizioni anestetizzate e travolti dalle
difficoltà quotidiane – teorizzando una particolare molecola
otterranno una “droga spaziale e definitiva che sedurrà in un
batter d’occhi “tossici clienti” di diversa estrazione sociale.
Promettente
esordio del regista Sidney Sibilia che dirige un film brioso e mai
volgare: il divertimento è assicurato da una buona prova corale
mentre lo sguardo volge con ironia all'inquietante problema della
disoccupazione giovanile ed al dramma delle risorse sprecate.
“Smetto
quando voglio” è una salutare ventata di comicità al netto di
facili espedienti e volgarità, anche se forse non sempre in grado di
divertirci come vorrebbe e di mantenere il picco del suo potenziale.
Manca
il fuoriclasse “vero”, quello che sappia strappare risate
all'unisono, quindi si lavora “in orchestra” e lo si fa
egregiamente, raggiungendo probabilmente la vetta nel frangente della
rapina in farmacia, fatta con “armi catalogate all’Hermitage”.
Qualche
prevedibilità di troppo eppure dovreste provare a dare
fiducia a questa pellicola facendo un salto in sala, prima che i
soliti “spacciatori di cine-cialtronerie” vi risucchino
nuovamente cervello e sorrisi con la loro disgustosa “roba
avariata”.
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